"Perdono per noi che, resi ciechi dall'egoismo, ripiegati sui nostri interessi e prigionieri delle nostre paure, siamo distratti nei confronti delle necessità e delle sofferenze dei fratelli". La preghiera di Francesco a Lampedusa. Roberta Gisotti:
"Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale.
Non può essere così! [...] Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle Borse di alcune città, costituisce una tragedia.
Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le Borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti".
Ieri Primo maggio, festa del lavoro. Tante le manifestazioni nel mondo per richiamare il diritto al lavoro, e così anche la tutela della dignità e della sicurezza dei lavoratori, cosi come auspicato da Papa Francesco. Ne abbiamo parlato con Luca Visentini, segretario confederale del Ces, la Confederazione dei sindacati europei a Bruxelles, e Luigi Cal, direttore dell'Oil-Organizzazione internazionale del lavoro, in Italia. Una ricorrenza internazionale che affonda le sue radici nella seconda metà dell'800, in difesa dei diritti dei lavoratori, sotto il motto "otto ore di lavoro, otto ore svago, otto ore per dormire", coniato in Australia nel 1855 e condiviso poi da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. La data fu invece scelta a Parigi nel 1889 dal Congresso dell'Associazione internazionale dei lavoratori, a ricordo della manifestazione operaia repressa nel sangue il primo maggio di tre anni prima a Chicago, negli Usa. Tempi lontani ma il tema del lavoro resta prioritario in tutte le democrazie.
Allarme rosso per l'occupazione in Europa. L'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) denuncia il pauroso aumento dei senza lavoro nei Paesi dell'Ue: 26 milioni e 300 mila nel febbraio di quest'anno, quando il tasso di disoccupazione - secondo dati Ocse - ha raggiunto il 12 per cento, crescendo ulteriormente rispetto all'11,4 per cento, registrato in media lo scorso anno dalla Banca Centrale Europea. Ne abbiamo parlato con Luca Visentini, segretario confederale del Ces, la Confederazione dei sindacati europei, che ha sede a Bruxelles, che riunisce 85 organizzazioni del lavoro, in 36 Paesi europei
Scandalo pedofilia in Italia: scoperto su Internet il più grande archivio pedopornografico mai rinvenuto dalla Polizia postale, che ha condotto le indagini per 10 mesi, a partire dalla segnalazione di una ragazza salernitana che, scaricando dei file musicali di Edith Piaf, si è ritrovata il computer inondato da materiale raccapricciante. Dieci le persone indagate in varie regioni d’Italia.
Ri-pensiamo il servizio pubblico. Ci ri-proviamo da anni e non ri-usciamo. Ri-chiediamoci perché? Una risposta c’è. La ri-diciamo: dobbiamo ri-partire dalla riforma dell’Auditel, e dotare la Rai di un sistema di rilevamento degli ascolti affidabile e credibile nel misurare la quantità, il gradimento e le attese del pubblico sulla programmazione.
Gli adulti in Italia sempre più egoisti e indifferenti al bene dell'infanzia. Un dato di fatto che emerge dal Rapporto stilato come ogni anno dal Comitato incaricato di vigilare sul Codice di autoregolamentazione sottoscritto nel 2002 dal Servizio pubblico e dall'emittenza privata; Codice poi recepito nel 2004 nella Legge Gasparri.
"Blackout Auditel sistema da rivedere": questa volta non è la 'pasionaria' (Gisotti) che attacca il 'mostro' (Auditel), come titolava un articolo di Francesco Ceccarelli su La stampa nel lontano giugno 2002, ma il freddo 'ragioniere' dei dati d'ascolto, Aldo Grasso, che, nella sua nota e temuta rubrica a "Fil di rete", sul Corriere della sera del 3 marzo scorso, sferra un attacco a gamba tesa, tanto violento quanto inaspettato, contro il monopolio e la credibilità dell'Auditel.
[...] Il declino dell'informazione Rai non è solo del Tg1 ed ha una storia di progressiva assimilazione ai canoni commerciali dell'infotainment [...]
Saremo in tante, e anche di più, in piazza e ovunque per affermare la dignità delle donne, di ogni età, ideologia, religione, stato sociale; dignità oltraggiata, umiliata, negata ogni giorno in Italia da un sistema di potere politico, economico, mediale che trova nella persona del presidente del Consiglio il migliore rappresentante
E due! Dopo il teologo Vito Mancuso passato all'editore Fazi anche l'esperto di camorra Roberto Saviano lascia la Mondadori ed approda alla Feltrinelli.
Che Saviano lasci la Mondadori e Fazio lasci Endemol e tutte e due la smettano insieme a Santoro e Floris di esaltare gli ascolti inaffidabili, distorsivi e fuorvianti registrati da 24 anni in regime di monopolio dall'Auditel, la società cassaforte di liquidità quotidiana per Berlusconi proprietario di Mediaset e Mondadori e socio di maggioranza dell'Endemol, produttrice di "Vieni via con me" e di Che tempo che fa".