R. – Lo spirito che ci ha animato era quello di andare alla ricerca di donne "invisibili", quelle che magari non sono proprio nella cronaca, nei giornali, nel mercato mediatico del mondo contemporaneo – perché comunque sono agenti di cambiamento all’interno della comunità – e abbiamo pensato che potessero essere anche esempi per quello che sanno fare, e naturalmente per la forza della fede che le fa andare avanti anche in luoghi dove è veramente difficile vivere e raggiungere le persone con il Vangelo.
D. – Rendere visibili donne invisibili: questa invisibilità è sempre voluta e ricercata, oppure a volte imposta o subìta?
R. – Io credo che una donna cattolica non abbia bisogno di essere popolare. Ma non c’è dubbio che viviamo in un’epoca in cui anche la visibilità è importante. Anche la rappresentazione delle cose umane è necessaria, anche per trasmettere la fede, per trasmettere valori. E’ un po’ riconosciuto ovunque che il ruolo della donna diventi sempre più importante nella famiglia ma anche nella società. Incominciamo a parlare: qualcuno ci ascolterà…
D. – Si tratta anche di riprendere quel concetto di valorizzare il “genio femminile” di cui parlava Giovanni Paolo II…
R. – Sì, sicuramente anche queste sono parole che fanno parte di un percorso, anche del Magistero della Chiesa che ci ha ispirato. Noi speriamo – dato che faremo anche dei video che poi saranno disponibili nel web – che queste storie siano d’ispirazione perché, a prescindere dalla propria motivazione o forza interiore o fede, sono proprio esempi eroici. E il nostro tempo ha bisogno di questa nuova idea di leadership, che non è il comando o il potere assoluto, ma è la potenza di un carisma, di farsi seguire dagli altri.