Tolleranza e fratellanza, le espressioni in questo viaggio. Non solo l’albanese, con il suo passato di sofferenze indicibili nel regime comunista, è “tollerante” – ha ripetuto Francesco ai giornalisti - ma è “fratello”:
"Ha la capacità della fratellanza: è di più. E questo si vede nel convivere, nel collaborare tra gli islamici, gli ortodossi e i cattolici. E collaborano, ma come fratelli".
Fratelli che hanno avuto imposto l’ateismo di Stato:
“..il livello di crudeltà è stato terribile.”
Ripenso – ha detto il Papa - alle parole rivolte non solo a cattolici, anche a ortodossi e musulmani:
“Tu non devi credere in Dio” – “Io ci credo!” – bum, e lo facevano fuori. Per questo dico che anche tutte e tre le componenti religiose hanno dato testimonianza di Dio e adesso danno testimonianza della fratellanza".
Altra sorpresa il ritrovarsi nel Paese più giovane d’Europa:
"L’Albania ha, si vede proprio, uno sviluppo superiore nella cultura e anche nella governance, per questa fratellanza".
Una visita che Francesco non ha fatto solo per gli albanesi:
"L’Albania ha fatto una strada di pace, di convivenza e di collaborazione che va oltre, va ad altri Paesi che hanno ugualmente radici etniche diverse".
L’Albania – ha sottolineato il Papa – è un Paese a maggioranza musulmano, “non è un Paese musulmano”.
“Per me questa è stata una sorpresa: l’Albania è un Paese europeo, proprio per la cultura, la cultura di convivenza e anche per la cultura storica che ha avuto”.
Un viaggio alla periferia dell’Europa. Dunque, che dire a chi guarda solo all’Europa dei potenti?
"Che è un messaggio, questo mio viaggio, è un segnale: è un segnale che io voglio dare".