Cifre drammatiche sulle quali riflettere ed agire per tutelare la libertà di stampa nel mondo. Per la prima volta Reporter senza frontiere segnala i 10 luoghi più pericolosi dei media. Dalle città della primavera araba: da Manama capitale del Bahrain, a Piazza Tahir Al Cairo in Egitto, a Piazza del Cambiamento a Sanaa nello Yemen, a Deraa, Homs e Damasco in Siria; e poi Abidjan in Costa d’Avorio stretta nella morsa del conflitto elettorale tra l’ex presidente Gbagbo e Ouattara; ed ancora in Africa, Misurata in Libia e Mogadiscio in Somalia; quindi in Asia le aree urbane di Manila, Cebu e Cayan de Oro nelle Filippine; e Khuzdar in Pakistan; infine Veracruz in Messico, afflitta dal narcotraffico. Rispetto al 2010 sono aumentati del 16% gli assassinii, del 43% le aggressioni, sono raddoppiati gli arresti, soprattutto di cyberdissidenti in prima fila nel diffondere notizie sulle proteste popolari, censurate sui media tradizionali. Ancora un dato: Cina, India ed Eritrea restano le prigioni più grandi del mondo per gli operatori dell’informazione.