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Roberta Gisotti 13/07/2009

Proseguono gli attacchi in Iraq contro i luoghi di culto cristiani: colpite sei chiese a Baghdad, una stamane a Mosul, nel nord del Paese, dove è scattato il coprifuoco. Intanto ci si interroga sui perchè di questa nuova ondata di violenza.
Sono 4 i morti e almeno 34 i feriti nei sei attentati - e non 5 come riferito in precedenza - contro chiese cristiane di Baghdad, avvenuti tra sabato e domenica, in tutte le aree della città, l'ultimo attacco ieri sera intorno alle 23 locali contro la chiesa di San Giuseppe nel quartiere occidentale. Tra le chiese colpite anche quella di Santa Maria, dove officia mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare caldeo nella capitale irachena. Nella serata di ieri anche l'agguato mortale contro Aziz Razqo Nisan, esponente di spicco della comunità cristiana di Domiz, nei pressi di Kirkuk. E stamane la notizia di un'autobomba esplosa a Mosul, nel quartiere di Faisalia, cha ha colpito sia la chiesa cristiana della Madonna di Fatima, che l'adiacente moschea sciita, senza fortunatamente provocare vittime. Da registrare poi un ordigno piazzato sul ciglio di una strada nella provincia di Dhi Qar, nel sud dell'Iraq, che ha mancato di poco l'auto sulla quale viaggiava ieri l'ambasciatore statunitense Christopher Hill. Azione che arriva a due settimane dal ritiro delle truppe Usa dalle città irachene. Ci si interroga intanto - senza certezze - sui perchè di questa recrudescenza di attentati. C'è chi ipotizza la mano esterna di Al Qaeda e chi avanza un legame con le prossime elezioni provinciali nel Kurdistan irakeno, come dire un avvertimento lanciato agli elettori cristiani.