Gi.U.li.A intende anzitutto respingere l’attacco, in atto già da molti anni, alla dignità della donna, ma anche ai diritti del lavoro e all’informazione a servizio dei cittadini. “Gi.U.li.A dice basta – si legge nel Manifesto fondativo - al’uso della donna come corpo, oggetto, merce e tangente; abuso cui corrisponde una speculare sottovalutazione delle sue capacità e competenze”.
Per contro Gi.U.li.A vuole riportare al centro dell’informazione la vita reale, il sapere, la fatica, il coraggio, le competenze, i talenti e la creatività delle donne italiane e di tutta quella gran parte della società che oggi non ha rappresentanza sui media” “Serve quindi – hanno spiegato a nome di tutte le firmatarie Alessandra Mancuso, Silvia Resta e Marina Cosi – un lavoro di ‘disinquinamento’ dell’informazione a tutto tondo: delle agenzie, della carta stampata ma soprattutto televisiva, veicolo di stereotipi offensivi per l’umanità e l’intelligenza delle donne, come per le speranze dei giovani e dei nuovi talenti”.
Gi.U.li.A sottolinea ancora il Manifesto “vuole un cambiamento radicale del giornalismo italiano: basta con l’informazione ad effetto, con l’uso della cronaca-spettacolo, con la manipolazione delle notizie, le censure”. A portare il saluto della Fnsi, è stato il presidente Roberto Natale, che ha evidenziato come il 2011 sia stato contrassegnato dal protagonismo delle donne e dall’attenzione sui guasti derivati da un’informazione e una comunicazione distorsive e offensive dell’immagine femminile.
Da qui l’invito a vigilare sugli effetti delle nuove politiche del welfare, ma anche a monitorare nel mondo dei free lance e dei giovani. A promuovere tutte le attività di Gi.U.li.A è il sito www.giuliagiornaliste.it: un luogo dove vogliamo esercitare ha osservato Silvia Garambois, già presidente dell’Associazione stampa romana – il nostro ‘occhio critico’ di professioniste dell’informazione.