D. – Prof. Ferri, una frase – quella di Renzi – inopportuna?
R. – Credo inopportuna nei toni più che nella sostanza, perché nella sostanza c’è da applaudire chi prende a cuore il destino dei poveri. Certo, quello che si può dire è che il livello di povertà assoluta in Italia – c’è stato un rapporto dell’Istat pubblicato a luglio – è quantificabile in circa 4 milioni e mezzo di individui e circa un milione e mezzo di famiglie, e stiamo parlando dei numeri più alti di sempre da quando sono stimate queste statistiche. Quindi, bisogna fare attenzione a maneggiare una realtà che politicamente è anche esplosiva. Se si fa il rapporto tra 500 milioni di incremento del fondo anti-povertà e i quasi 5 milioni di poveri, bè, Renzi starebbe dando ai poveri – se ho fatto i conti giusti – circa 10 euro a testa!
D. – In ogni caso, non dovrebbe la politica supportare le promesse e gli atti normativi con le necessarie coperture finanziarie? Questo accade sempre meno …
R. – Mi sembra che la questione sia quella di come si sia creata questa crisi, che è una crisi che da finanziaria è diventata economica e da economica è diventata una crisi sociale; mi sembra che ci si debba chiedere tante cose in merito. Una cosa che rileva l’Istat, per esempio, è che l’incidenza della povertà si sta espandendo molto al Nord, si sta diffondendo molto più nei centri urbani che in quelli rurali e sta colpendo di più le famiglie numerose … E mi sembra che un intervento generico di 500 milioni risparmiati dalla politica dati al fondo anti-povertà non sia all’altezza del problema. Comunque, credo che il Referendum vada giudicato sulla tematica dell’opportunità della Riforma costituzionale, sul tema specifico. Certamente si è trattata di una dichiarazione forse al di sopra delle righe.
D. – A fronte, appunto, di una situazione di sofferenza economica nel Paese, enti e associazioni, pubbliche e private, presenti sul territorio denunciano il venire meno progressivo di fondi e sappiamo che queste associazioni ed enti sono sovente l’unico riferimento di gravi disagi sociali che sono certamente cresciuti …
R. – Si tratta di un panorama molto sconfortante: come dire, fa parte anche del dibattito politico, di toccare certi aspetti, anche in maniera un po’ superficiale, approssimativa; però, andare a toccare l’aspetto dei poveri in una fase così delicata, è stato abbastanza inopportuno e credo che sia nell’interesse del Paese e del destino stesso del quesito referendario che la campagna pro e contro non sia impostata su questioni del tutto estranee a quello che è il merito del quesito referendario.