R. – La Giornata nacque 20 anni fa, nel ricordo solo di alcuni fatti ed episodi che erano accaduti nel nostro territorio parrocchiale. Poi con l’affermarsi poi di Internet e l’insorgere di celebrazioni dell’orgoglio pedofilo, di una cultura che voleva giustificare la normalità degli abusi sui bambini, pensammo di iniziare questa Giornata che è cresciuta – anno dopo anno – soprattutto con l’adesione forte e intensa innanzitutto di Papa Benedetto XVI ed ora di Papa Francesco, con messaggi speciali e del presidente della Repubblica, della Camera e del Senato, di enti, di associazioni, di parrocchie. Siamo arrivati al punto che la Provvidenza ci ha permesso di diffondere la preghiera - che abbiamo ogni anno - attraverso il sussidio domenicale: il primo maggio, dalla Basilica di San Pietro fino alle parrocchie che utilizzano questo sussidio liturgico, i fedeli pregheranno per questa Giornata. Questa è la dimostrazione di come un evento nato in una periferia del Sud d’Italia sia diventato un appuntamento che ha ormai travalicato l’Italia, spostandosi anche all’estero, dalla California alla Florida, al Sudan, al Madagascar. Ci sono piccole comunità e gruppi che si fermano e pregano: Dio ascolta il grido dei piccoli e dà voce anche attraverso gli uomini di buona volontà.
D. – Don Di Noto, lei ha spesso denunciato l’indifferenza della società contro la pedofilia, tra i crimini in assoluto più odiosi; ha parlato perfino di complicità di chi non interviene per prevenire e soprattutto punire i responsabili…
R. – In effetti c’è quasi un silenzio di fronte a questi fenomeni così aberranti. Non c’è quella reazione sociale seria, forte. Facciamo quindi fatica a far passare questi messaggi importanti e positivi! Dicendo non soltanto “denunciamo il fatto”, ma anche “operiamo contro questi fatti”. C’è spesso una connivenza e anche la difficoltà nella collaborazione internazionale per intervenire di fronte a questi crimini. E’ vero che non basta la repressione di fronte a questi fenomeni, ma è necessaria anche una cultura e una sensibilizzazione: però noi siamo anche convinti che la pedofilia, la pedopornografica e lo sfruttamento sessuale dei bambini siano dei crimini contro l’umanità! Dovremmo fare delle alleanze fra gli Stati, che non siano però soltanto alleanze formali, che si riducono ad un protocollo scritto, ma che diventino un qualcosa di molto di più. Però il mondo rimane lì, assente di fronte a questo dramma…
D. – Qualche dato esplicativo della vastità del fenomeno…
R. – Pensiamo che i minori coinvolti nel mercato e nella produzione pedopornografica sono più di 10 milioni nel mondo, al di sotto dei 12 anni, imbrigliati, schiavizzati nella produzione di questo materiale da parte di adulti. Noi abbiamo un numero impressionante di bambini sfruttati e maltrattati! 223 milioni di bambini - e queste sono fonti dell’Onu - sono sfruttati sessualmente ogni anno. E l’età si abbassa sempre di più. Questo non deve aiutarci a sobbalzare nella coscienza? A dire basta a questo scempio e a far sì che si comprenda che i numeri rispondono a persone e che queste persone – che sono piccole persone – chiedono aiuto e noi dobbiamo liberarle da queste schiavitù.