Donne oggetto, donne mercificate, donne zitte, ubbidienti e sottomesse in cambio di favori, soldi, potere; donne vendute e prostituite nel fisico e nella mente; donne disoneste che delinquono; donne illuse; donne che scalano senza meriti le vette del successo; donne vittime di sè stesse; donne dedite ad alcol e droghe per affrontare l'inferno di vite dissolute; donne sole con le loro miserie.
Questo è lo spaccato femminile imperante nell'Italia del Duemilaundici, dove alle giovani donne si propome la professione di escort quale modello vincente, tramontato quello di velina, di tronista, di protagonista del grande fratello, per passare dal varietà al reality alla realtà delle feste nelle ville dei potenti. Si fanno chiamare escort, un tempo le chiamavano squillo, per nascondere la triste condizione umana della prostituta di ogni tempo.
Saremo in tante, e anche di più, in piazza e ovunque per affermare il nostro genio femminile in ogni ambito della vita sociale, in famiglia e nei luoghi di lavoro, sui banchi di scuola e nelle aule universitarie. Non torneremo indietro sulla strada dei nostri diritti di parità ed uguaglianza lentamente e faticosamente conquistati lungo l'arco dei secoli. Condanneremo con fermezza chi vuole le donne 'serve' anzichè 'padrone' e respingeremo chi manca di rispetto, chi discrimina e chi emargina le donne.
Saremo in tante, e anche più, in piazza e ovunque per gridare che l'Italia non può sacrificare le donne agli interessi biechi di un potere autoreferenziale corrotto e insipiente, che ha già minato le fondamenta democratiche del Paese, oggi a rischio di implosione.
Saremo in tante, e anche più, in piazza e ovunque per ridare speranza alle nostre figlie, perchè domani possano dire: 'mia madre era lì per difendere la mia dignita'.