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Televisione: l'inganno dell'Auditel

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Articolo in: Periodici  

Da "Left" di Ugo Boccaccio 03/10/2008

Televisione: l'inganno dell'Auditel
Siamo passati da un'economia di mercato a una società di mercato. Se ci avessero avvertiti ci saremo difesi come consumatori più di quanto non abbiamo fatto finora
 

Non ha alcun dubbio la giornalista, scrittrice e docente di Economia dei media Roberta Gisotti. L'autrice di numerosi saggi su perversioni e inganni della nostra televisione, ritiene che la società di mercato sia veicolata attraverso il più potente mezzo di comunicazione di massa, la tv appunto. «Società di mercato - denuncia Gisotti - che si è perfino sovrapposta alla società politica; società politica che ha abdicato alla sua prerogativa di formare l'opinione pubblica attraverso le regole democratiche della rappresentanza civile, affidandosi anch'essa alle tabelle dell'Auditel».

Quello che denuncia Roberta Gisotti, è il meccanismo perverso in cui il contenuto perde completamente valore diventando totalmente asservito alla pubblicità, ai suoi ritmi e alle sue regole anche in relazione agli spazi informativi governati, anch'essi, dall'Auditel. «Un sistema estremamente distorsivo nel modo in cui elabora i dati minuto per minuto spiega Gisotti. Sistema del tutto fuorviante per l'uso che se ne fa assumendo il dato Auditel a giudice insindacabile dell'intera programmazione televisiva e sempre più anche delle stesse trasmissioni informative e perfino dei telegiornali, contravvenendo al codice deontologico della professione giornalistica». Anche le scalette dei telegiornali vengono stilate con i dati dell'Auditel in mano?
«Certo, per valutare quale siano le notizie e i servizi più 'adattì per catturare l'attenzione degli spettatori e alzare gli ascolti, scartando notizie e servizi che non abbiano un forte impatto emotivo sul pubblico. Ecco perchè i telegiornali si sono riempiti di cronaca nera, di politica fatta di slogan a effetto mediatico e di gossip». Secondo Gisotti si sarebbe arrivati perfino a condizionare i contenuti dei servizi, «parole e suggerite o imposte dall'alto per alzare gli ascolti.

L'inganno che c'è sotto l'Auditel non investe solo la televisione ma la vita di tutte le persone e viola i diritti di tutti i cittadini». La saggista lamenta poi come l'avvento dell'Auditel non solo abbia sancito il duopolio televisivo, tra Rai e Mediaset, ma quanto ciò «l'ha reso inattaccabile, impedendo di fatto la nascita di un terzo, quarto, quinto polo come era auspicabile, e impedendo lo sviluppo dell'emittenza locale, privata, dei necessari finanziamenti pubblicitari, assorbiti per oltre il 90 per cento da Rai e Mediaset, che in base ai dati Auditel raccolgono il 90 per cento e più dell'audience totale».
E a proposito delle piccole televisioni sparse a macchia d'olio su tutto il territorio, Roberta Gisotti rammenta come l'Auditel sia impossibilitato a rilevare gli ascolti dell'emittenza locale perchè (è un caso?) non è stato studiato per farlo.

 

 

 

 

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