Per la prima volta gli Stati Uniti, in accordo con Ankara, hanno paracadutato armi, munizioni e materiale medico alle milizie curde siriane, che difendono Kobane, superando i timori del governo turco rispetto alle rivendicazioni d’indipendenza del Kurdistan. Una mossa forse decisiva per contrastare l’avanzata dello Stato islamico, le cui postazioni intorno a Kobane sono state colpite stamane da altri raid della Coalizione internazionale guidata dagli Usa, ma a sorpresa i jihadisti sostengono che le armi sarebbero finite per sbaglio a loro, un regalo inaspettato per combattere sul terreno i miliziani curdi siriani, che ora attendono l’arrivo dei rinforzi dei peshmerga curdi iracheni. Questi la scorsa notte hanno subito un attacco suicida jihadista che ha causato 15 morti e 20 feriti, vicino alla diga di Mosul, nel nord del Paese, caduta in agosto nelle mani dell’Is e poi riconquistata dai miliziani curdi. Altre 12 persone almeno sono state uccise da due autobombe in un quartiere a maggioranza sciita nell’est di Baghdad. E tra gli orrori di guerra è giunto all’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria un video dell’Is che mostra una donna lapidata in pubblico. L’ong non è in grado di confermare l’episodio e ha deciso di non diffondere il video.