La Comunità di Sant’Egidio lancia una petizione on line per scongiurare l’esecuzione capitale di un detenuto negli Stati Uniti. Intervista a Carlo Santoro: la pena di morte è un orpello di crudeltà da consegnare alla storia passata.
Roberta Gisotti – Città del Vaticano
Un appello urgente viene lanciato oggi per salvare la vita di Billy Jack Crutsinger, condannato a morte 16 anni fa, in attesa di essere giustiziato il prossimo 4 settembre nello Stato del Texas. La petizione on line è aperta alla firma sul sito e sulla pagina Facebook della Comunità di Sant’Egidio. Nella lettera - rivolta al governatore Abbott e ai componenti del Board of Pardon and Paroles del Texas - si chiede “di fermare l’esecuzione e rinviarla” e “di considerare l’ipotesi di commutare la condanna a morte”, ispirati da “sentimenti di umanità e di pietà”. Sarebbe “un atto coraggioso e di grande potata, a cui verrebbe data la risonanza che merita”, conclude la petizione.
Pena di morte applicata ancora in 36 Paesi, tra cui gli Usa
Meno di 48 ore per impedire che la vita di quest’uomo sia soppressa per mano di un’autorità statale. Ad oggi sono 106 i Paesi che hanno abolito la pena capitale, 7 quelli che l’hanno eliminata per i crimini ordinari, 42 quelli che non la applicano da almeno 10 anni, 6 quelli che attuano una moratoria delle esecuzioni e 36 quelli che la mantengono, tra cui gli Usa, dove 19 Stati l’hanno però abolita e 3 hanno varato delle moratorie ma a livello federale è stato invece deciso di riprendere dopo 16 anni le esecuzioni, secondo quanto annunciato nel luglio scorso dal ministro della Giustizia William Barr, sollevando però animate proteste.
Carlo Santoro, della Comunità di Sant’Egidio, coordinatore della Campagna abolizionista della pena capitale negli Stati Uniti, invita a firmare la petizione e pregare.
R. – Le speranze ci sono fino all’ultimo momento. Noi invitiamo tutti a firmare l’appello, sul nostro sito, mandando al governatore la richiesta di fermare l’esecuzione, ma invitiamo anche tutti a pregare per Billy. Affidiamo la preghiera anche a Madre Teresa, una santa che è stata a visitare i condannati a morte. Proprio in questi giorni il 5 settembre cadrà la ricorrenza di Madre Teresa: affidiamo la vita di quest’uomo a lei.
Billy è nel braccio della morte da 16 anni: è un tempo davvero lungo, in cui è rimasto in contatto con una persona della Comunità di Sant’Egidio.
R. – Sì, con Ilaria una giovane di Genova, che ci ha sollecitato anche lei a tentare questo ultimo appello. A lei Billy ha scritto “Non ho perso la fede, no davvero: tu e i tuoi amici mi aiutate moltissimo a ricordarmi sempre il suo amore per me”. Noi siamo infatti in contatto epistolare con quasi un migliaio di condannati a morte negli Stati Uniti: penso che sia molto importante il fatto di scrivere a questi detenuti speciali, perché è un modo per entrare in contatto con loro, è un modo per far conoscere fuori questa realtà così difficile.
Come procede la lotta per abolire in tutto il mondo la pena di morte?
R. – Sta lentamente ma costantemente retrocedendo, e negli Stati Uniti c’è stato un costante calo sia delle condanne a morte sia delle esecuzioni. Un anno fa la Chiesa cattolica ha riformato il Catechismo, grazie a Papa Francesco, è questo è stato un segnale fortissimo. Anche in seguito a questo in California il governatore ha deciso di bloccare tutte le esecuzioni con una moratoria. E devo dire che fa anche molto effetto vedere le immagini del braccio della morte che è stato smantellato, come se fossero state deposte delle armi. E’ un segnale a favore della difesa della vita in qualsiasi circostanza.
Che cosa potrebbe fare cambiare idea al governatore del Texas?
R. – Io penso anzitutto la mobilitazione internazionale; devo dire che è incredibile, ma anche il Texas sta retrocedendo: nel 2015, ad esempio, non c’è stata nessuna condanna a morte. Io penso che noi dobbiamo spingere, tutti insieme. In questo molto, molto sta facendo la Chiesa americana: in ottobre sarò a Washington perché ci sarà un grande incontro per preparare la nostra strategia per l’abolizione della pena di morte Stato per Stato negli Usa.
Quindi tanto più è importante la partecipazione popolare, che si faccia sentire in tutto il mondo.
R. – Diciamo che la pena di morte ormai è una pratica da mettere in museo, una pratica da consegnare alla storia perché è una pratica barbara e crudele che ormai non ha più senso nel mondo. La Chiesa ha detto con chiarezza che la pena di morte è inammissibile ed è contraria al Vangelo.