Gentile Augias, sono una giornalista cattolica, mamma di due ragazze in età universitaria, sconcertata dalle lettere della studentessa che nel 2001 le chiese consiglio sull'opportunità di usare il corpo per superare un esame [...]
Lettera e risposta
Gentile Augias, sono una giornalista cattolica, mamma di due ragazze in età universitaria, sconcertata dalle lettere della studentessa che nel 2001 le chiese consiglio sull'opportunità di usare il corpo per superare un esame, e che oggi le chiede ancora di essere assolta per quel peccato consumato inutilmente, attribuendole un ruolo di saggio pensatore laico.
Ma come ha potuto, allora, dare una risposta così superficiale: "valuta il valore della cosa e valuta il valore dell'esame"? E come può oggi reiterare l'errore assolvendo la giovane che ha fatto mercimonio del suo corpo e se stesso per averla indotta a quell'atto umiliante, alla luce di quanto affermato da un altrettanto scellerato parlamentare sedicente cattolico, che ha affermato che ' per fare carriera è lecito utilizzare il proprio corpo' ? Io non ci sto. Chi lo fa compie un atto di prostituzione, di cui si portano i segni per l'intera vita, oltre a ledere i diritti di chi onestamente persegue gli stessi obiettivi: un esame, una promozione, un seggio in Parlamento.
Roberta Gisotti
La lettera della studentessa, oggi giovane donna, suscita, a distanza di dieci anni reazioni di uguale intensità.
Buon segno, vuol dire che le numerose porcherie alle quali nel frattempo abbiamo assistito, non hanno annullato, in alcuni almeno, la capacità di reagire. Abbiamo visto le candidate a un seggio parlamentare sedere disinvolte sulle ginocchia del possibile benefattore, abbiamo letto le reazioni stizzite di quelle alle quali il seggio non era arrivato.
Abbiamo letto le ingenue parole di una diciottenne: "Da grande farò la ballerina o la deputata, deciderà papi". Bisognerebbe reagire sempre, non solo di fronte a un fatto vecchio di dieci anni e meno grave di altri investendo solo la sfera privata di una persona.
Non credo di aver ' indotto' nessuno. La studentessa sapeva benissimo che cosa fare, allora pensai perfino che la lettera fosse un po' provocatoria. Mi ha scritto Alessandro Loppi: «La lettrice ha fatto sesso col prof per superare un esame; non è una "prostituta", ma una ladra. Ha scavalcato i colleghi con l'astuzia anzichè con il doveroso studio».
Giampiero Buccianti: «Mia figlia tornò, qualche anno fa, da un corso per modella al termine del quale un notissimo personaggio le spiegò come poteva andare il suo nuovo mondo. Scelse il lavoro in fabbrica. Pensai che almeno in questo non avevo fallito. Ora non lo so più, ecco dove siamo».
Glauco Campanozzi: « La carriera ottenuta con quei mezzi è da considerarsi un furto di opportunità, frutto della condotta illecita sia di chi, avendone il potere, elargisce impieghi o promozioni, sia di chi senza merito le riceve. Spero che la sua risposta fosse ironica». Lo era. Amaramente.